 Il vero mestiere della spia Triple agent Un grande film di Eric Rohmer
di Piero Nussio 
Triple Agent, i due protagonisti «Tutti i miei film sono film di spionaggio, in un certo senso. Tutti hanno a che fare con un personaggio che spia gli altri, o che ne sospetta gli inganni. Certo non alla James Bond, i film di genere non mi interessano affatto.» Il regista francese Eric Rohmer, che deve la scelta del suo pseudonimo al culto per lo scrittore Sax Rohmer -autore dei gialli di Fu Manchu- e può vantarsi di essere lo scopritore critico dei thriller di Hitchcock è uno che di crimine e spionaggio può dire la sua con autorevolezza. La storia che Rohmer ha scritto e filmato per Triple Agent è stata ispirata da un fatto storico reale: il rapimento negli anni trenta da parte dei sovietici del presidente dell’associazione dei veterani di guerra dell’Armata Bianca, il cosiddetto Generale Miller, rifugiato a Parigi. Il suo vice, generale Skobline, fu sospettato di aver preso parte al rapimento e di essere una spia al soldo dei bolscevici. Skobline scomparve, ma sua moglie –la rifugiata greca Arsinoé, pittrice- fu condannata per complicità con il marito e morì poco dopo in prigione. «Non c’è niente di chiaro in questa storia, nessuna certezza di cosa sia accaduto e perchè, così mi sono sentito libero di inventarne una mia versione». Ed Eric Rohmer lo dichiara all’inizio del film, affermando che la trama, pur basata su fatti reali, è in realtà una sua libera invenzione. «Tutti le epoche nascondono i loro fatti poco chiari. Ecco perchè m’interessa la storia. Ci permette di scoprire le verità del passato, e talvolta possiamo scoprire la verità anche per tramite di una storia di finzione».

Triple Agent, pittura e politica «Non faccio vedere come lavora una spia. Preferisco puntare l’attenzione su una donna che si chiede se suo marito è una spia. Ecco perchè Triple Agent si basa più sui dialoghi che sull’azione». Qualcuno ha paragonato questo film ai romanzi di Henry James, dove sembra che nessuno dei personaggi sia realmente quello che dichiara di essere. Altri trovano importante il paragone con il grande romanziere americano per la scelta che questi aveva fatto di abbandonare i suoi barbari connazionali e rivolgersi invece al più sofisticato e culturalmente attento pubblico europeo. Eric Rohmer, alla verde età di 85 anni e con il suo retroterra culturale alle spalle, può permettersi di trattare in un solo film “di spionaggio”: il Fronte popolare francese di Leon Blum, la guerra civile di Spagna e gli interventi delle potenze nazifasciste e delle Brigate internazionali, le linee politiche di Stalin ed Hitler fino al patto di non aggressione Molotov-Ribentropp. Poi il clima culturale, il dibattito fra realismo e nuove tendenze nell’arte, Picasso e il cubismo, Malevic e Kandinsky ed i loro scontri con il realismo socialista, l’esposizione universale di Parigi del 1937, il padiglione tedesco, quello sovietico e quello della Spagna repubblicana con Guernica...

Triple Agent, la vittoria del Fronte popolare Certo, qualcuno abituato a “Scemo e più scemo” lamenterà che il film è un po’ lento, che manca d’azione, che si danno troppi spazi ai dialoghi... Poi è un film che parla degli anni 1936-39, ormai quasi un secolo fa... Sicuro, gli risponderò, se pensavi di vedere “Starsky ed Hutch” sei stato male informato. Questo è sì un film di spionaggio, ma di quello vero. Un film dove, per interpretare una donna greca, c’è un’attrice d’origine greca (Katerina Didaskalu) e, per interpretare l’esule russo, c'è lo specialista Serge Renko. Dove le informazioni storiche sono date dai “rulli” di cinegiornale autentici dell’epoca, senza manomissioni di alcun genere.
C’è un commento di un critico portoghese pubblicato su IMDB che vale la pena di tradurre e riportare: “Lo spionaggio è una questione di tecnologia, e il finale del film ce lo mostra. Ma lo spionaggio è soprattutto una questione di Humint (acronimo di Umana Intelligenza), ieri come oggi. Il regista francese Rohmer dà una grande lezione di politica, storia, comportamento umano, amore ed intelligenza a tutti gli amanti del cinema. Altamente raccomandato, inoltre, a tutti i tipi di spia, e sono una legione...”
(Venerdì 24 Giugno 2005)
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