 Incontro con Christian Bale Il nuovo volto di Batman Un attore che non ama i fumetti
di Roberto Leggio  Pochi anni, un pugno di film e molte soddisfazioni. Ecco, in pochissime parole, la parabola artistica di Christian Bale, l’ultimo Batman cinematografico. “Ho scelto di fare questo film perché era Christopher Nolan (quello di Memento, per intenderci) a dirigerlo. Ma in verità gli ho fatto la corte per un sacco di tempo”. Anche le idee sono chiare quando gli si chiede il perché abbia accettato di interpretare l’eroe più dark (e complesso) di tutta la storia del fumetto. Eppure è cosa nota che egli si sia avvicinato alla parte in maniera abbastanza scettica in quanto l’uomo pipistrello non l’aveva mai affascinato neanche da ragazzo. “Mi sono sempre chiesto perché uno dovrebbe mascherarsi per far del bene alla gente? Non è umano e soprattutto non è credibile…” Invece nell’interpretazione tutta anima e cuore, il suo Batman è forse il più realistico e migliore di tutti i tre suoi predecessori. Probabilmente perché Bale è riuscito ad approfondire la psiche ed i ricordi di un personaggio che fino ad oggi erano rimasti sconosciuti dandogli una visione più intimista. “Adesso finalmente sappiamo chi sia veramente Bruce Wayne, e cosa l’abbia spinto ad essere il giustiziere pipistrello”. Sottolinea questo attore, nato in Galles e figlio di un pilota commerciale e di una ballerina da Circo, che a soli tredici anni recitava accanto a Rowan Atkinson (Mr. Bean) nei teatri del West End Londinese e che lo stesso anno venne scelto da Steven Spielberg che lo fece debuttare come interprete principale ne L’Impero del Sole. Senza contare che a ventisei si è trovato a sostituire Leonardo Di Caprio nella parte dell’inquietante serial killer yuppie in American Psycho. Un’interpretazione brillante che finalmente gli ha dato la tanto agognata notorietà. Ma a farne uno dei più poliedrici attori della sua generazione è la sua grande forza di volontà. La stessa che in qualche modo spinge Bruce Wayne a ripulire Gotham City dalla criminalità dilagante.
Il suo Bruce Wayne ha qualcosa in comune con il Batman originale? Innanzitutto è bene chiarire che il film non ha tenuto conto dei precedenti Batman passati sullo scherno. Detto questo sottolineo che la storia si ispira al fumetto originale del 1939. Qualcosa è stato aggiunto per rendere credibile il passato di Bruce Wayne, che sia nel fumetto che nelle riduzioni cinematografiche non è stato mai affrontato. Nessuno fino ad oggi sapeva dove Bruce Wayne avesse passato gli anni in cui aveva lasciato Gotham City.
Conosceva il Batman dei fumetti? Molto poco perché i fumetti non sono la mia passione. E non ho mai pensato che fossero così fondamentali nella mia vita di adolescente. Però la sceneggiatura era così ben scritta che mi entusiasmava la possibilità di interpretare Batman. Così ho capito che è un supereroe diverso dagli altri: non ha poteri particolari e si affida solo alle sue doti atletiche. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è che un personaggio pieno di sfaccettature: le sue paure, ad esempio, sono quelle di ogni essere umano.
 Quindi come giudica il suo “Batman”? Un personaggio positivo,fragile e umano ma con molte contraddizioni. Il film questo lo racconta molto bene ma in qualcosa forse non siamo andati fino in fondo. I puristi ci avrebbero attaccato al muro…
E’ stato faticoso imparare le arti marziali? Abbastanza. Avevo preso lezioni molti anni fa ma poi ho lasciato perdere. Le arti marziali sono disciplina e quindi a trent’anni ho dovuto imparare tutto da zero. Alla fine sono diventato abbastanza bravo: atletico, scattante… una vera bestia. Teniamo conto che per il film precedente ero dimagrito di 36 chili, quindi la fatica è stata doppia…
Infatti in The Machinist, lei sembrava uno scheletro ambulante, mentre adesso mette quasi paura… Quando ho accettato di interpretare Batman la prima cosa che ho pensato è stata quella di ristabilire il mio peso corporeo e ridare al mio fisico un aspetto più umano. Così prima di andare al provino mi sono ingozzato di cose succulente e molto grasse. Infatti quando Christopher Nolan mi ha visto, la sua più grande preoccupazione era quella che non ce l’avrei mai fatta ad avere l’aspetto di Batman… la parte però l’ho avuta lo stesso.
Lei ha iniziato a recitare molto giovane. In tutti questi anni come è cambiato il suo rapporto con il set? Quando reciti da parecchio tutto è molto più semplice: impari la parte, sali sul set e dai del tuo meglio. Mentre quando sei alle prime armi, oltre l’eccitazione di partecipare ad un film, non hai proprio l’idea di come utilizzare in futuro questo mestiere. A me è successo con il film di Steven Spielberg quando mi ha chiamato per Ermpire Of The Sun: non sapevo nemmeno se qualcuno sarebbe andato al cinema a vederlo.
I suoi prossimi progetti? Ho appena finito New World, il prossimo film di Terrence Malick, dove sono il rivale in amore di Colin Farrell che nel film è innamorato di Pocahontas. Adesso sono impegnato nelle riprese di Harsh Times, un film poliziesco e d’azione che parla della violenza di strada di alcuni quartieri di Los Angeles.
Lei ha firmato un contratto per vestire altre due volte il costume di Batman, pensa veramente che ci sarà un sequel? Ha, ha, ha. Certo che le notizie volano. Si ho firmato per due sequel ma per il momento stiamo a vedere come reagirà il pubblico a questo film. Devo dire però che la storia, come è stata concepita, è completa, anche se la fine fa prevedere ulteriori sviluppi. A conti fatti però mi piacerebbe essere ancora l’uomo pipistrello, almeno per poter guidare la Batmobile…
(Domenica 19 Giugno 2005)
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