 Un documentario sui tumultuosi anni 70 Fuori Fuoco Il terrorismo visto attraverso il cinema
di Oriana Maerini 
Presentato in concorso, nella sezione internazionale documentari del RIFF (Rome Independent Film Festival), il documentario Fuori Fuoco – Cinema, ribelli e rivoluzionari - di Federico Greco e Mazzino Montanari è un’operazione coraggiosa intrapresa da due giovani autori indipendenti che cerca di ricostruire una delle pagine storiche più buie e controverse del nostro paese: gli anni 70. Un'epoca in cui donne e uomini si ribellarono ai sistemi dominanti cercando di affermare nuovi valori che colpissero l’intera sfera dell’esistenza umana. Lo spunto narrativo dal quale prende le mosse il documentario è originale: un'attrice (Maya Sansa) viene chiamata da Marco Bellocchio per interpretare Anna Laura Braghetti, brigatista rossa che partecipò al rapimento di Aldo Moro e quindi s’interroga di come può riuscire ad identificarsi nel personaggio. Francesco Piccioni, un ex brigatista ricorda i motivi delle sue scelte. I due si vedono, ma non si incontrano mai.
L’intento dichiarato degli autori è di “non voler separare in modo netto le luci dalle ombre” di questa meravigliosa e tragica pagina della nostra storia. Greco e Montanari non hanno guardato i i personaggi intervistati (ex brigatisti, registi impegnati, scrittori e opinionisti) con il moralismo di chi si attribuisce il potere di separare i “buoni” dai “cattivi”. Piuttosto hanno inseguito le storie dei protagonisti vivendo insieme a loro le contraddizioni che ogni pensiero ribelle e rivoluzionario porta con sé. Dietro il loro lavoro di ricerca storico-politica c’è anche un’attenta analisi cinematografica (il documentario si chiude visivamente come "Giù la testa"). Analizzando alcuni dei film realizzati sul tema del terrorismo gli autori hanno cercato di scoprire se il cinema italiano si è fatto carico di queste contraddizioni o se ha ceduto all’idea di semplificare il quadro. Ma se l’intento di questo documentario è lodevole ed altamente ambizioso il risultato non è però riuscito in pieno. Si esce dalla sala con la consapevolezza di aver assistito a troppi lanci di sassi nello stagno senza averne potuto focalizzare uno. Forse si doveva osare di più lanciando allo spettatore un messaggio maggiormente provocatorio. Fuori Fuoco ha comunque il pregio di far riflettere su un’epoca che troppo spesso cerchiamo di “rimuovere” dalla nostra memoria e dalla nostra coscienza.

Maya Sansa in una sequenza del film
(Venerdì 22 Aprile 2005)
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