 Bruce Willis il salvaostaggi Hostage Azione e riscatto nel primo film americano di Siri
di Oriana Maerini Primo film americano di Florent Siri (talentuoso regista francese che è cresciuto all’ombra di Eric Rohmer, e che si è fatto notare negli States grazie al film “Nido di vespe”), Hostage è un mix di suspense, emozioni, dramma psicologico e azione. Tratto dall’omonimo libro di Robert Crais segue la linea del thriller psicologico e della storia di redenzione del protagonista. Ruolo cucito appositamente sulla pelle di Bruce Willis: lui è perfetto nei panni di un buono fallito in attesa di un’occasione di riscatto.
La storia gira intorno a Jeff Talley (Bruce Willisi) un poliziotto specializzato nelle trattative per la liberazione degli ostaggi che fallisce nel tentativo di salvare tutti i membri di una famiglia presi in ostaggio e viene sopraffatto dal senso di colpa. Dopo questo trauma cambia completamente e diventa un’altra persona, molto depressa.

Non riesce più ad avere rapporti normali con la sua famiglia ed è a disagio con se stesso. Ma quando però durante un’operazione complicata nella quale sono coinvolti degli ostaggi, Talley perde uno dei suoi uomini, è come se tornasse indietro nel tempo. A questo punto, deve mettere da parte i suoi sensi di colpa e le sue paure e cercare la maniera per risolvere le cose nel migliore dei modi. La regia è ottima e Siri sceglie l’espediente di girare in notturno per aggiungere l’elemento dell’atemporalità della storia.
Oltre agli attori, uno dei protagonisti di Hostage è la casa dove si svolgono la maggior parte delle scene fondamentali. Situata in cime ad una collina a Topanga Canyon, California, la casa dell’ostaggio è una moderna fortezza virtuale con telecamere in ogni stanza, finestre di acciaio, pannelli nascosti, attrezzature di sorveglianza, sensori, citofoni interni e un cancello elettronico. Durante il film, il concetto stesso di ostaggio si evolve in continuazione mentre i destini e le vite dei vari personaggio s’intrecciano tra di loro, spesso scontrandosi. Il film a ritmo e tensione in continua crescita fino alla catarsi finale dove i morti abbondano e i cattivi soccombono. Hostage è un ottimo film di genere, peccato che Siri non riesca a svincolarsi dal cliché americano che vuole, a tutti i costi, un eccesso d’azione ed un bagno di sangue per esaltare il climax finale.
Giudizio: * *

(Venerdì 25 Marzo 2005)
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