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Il film di Emir Kusturica

La vita è un miracolo

Ritorna il grande cinema


di Piero Nussio


La vita è un miracolo



“Sto male, sono già passate tre ore dall’ultima doccia”, diceva Woody Allen ne “Il dormiglione”. E noi antichi ci ridevamo sopra.
Noi non eravamo più quelli del “bianco Isabella” (Isabella Baviera, che nel XV secolo fece voto di non cambiarsi la camicia finché il marito non fosse tornato sano e salvo dalla Crociate...), ma tutta questa fissazione americana per le pulizie ci sembrava francamente esagerata.
Così come esagerata era la fissazione USA per l’igiene alimentare: ci abbiamo fatto anche il film La mortadella (Mario Monicelli, 1971) per ridere delle peripezie di Sophia Loren che compie il gravissimo reato di tentare di portarsi una mortadella italiana negli Stati Uniti ed incappa nelle tremende regole igieniche americane, che considerano l’importazione di materiale commestibile come la peggiore delle infamie.
La peggiore delle infamie, il più grave dei reati dopo –ovviamente- il fumo. Uccidere, torturare, fare stragi è nulla (ed infatti i film horror, che documentano i peggiori interventi di bassa macelleria, sono disponibili e frequentati dal pubblico più giovane e impreparato, quei minori di 18 anni e di 14 che un tempo erano rigidamente protetti dalla censura ed oggi sono il pubblico “target” delle schifezze horror e delle crudeltà “d’azione”).
Io appartengo a quella generazione che comprava lo “zucchero filato” nelle bancarelle delle fiere e si abbuffava di pizze napoletane senza che gli addetti avessero le bustine in testa e la certificazione d’igiene HACCP, ma a vedere come si comportano i personaggi de La vita è un miracolo mi è venuto da sobbalzare sulla sedia.
Fumano a letto! Spupazzano cani e gatti.
Addirittura, un cane addenta un fetta di pane e marmellata e l’altra continua a mangiarsela dall’altro lato.
«Lavarsi è importante per l’igiene» dice un personaggio. Ma un altro può tranquillamente dire «Io, finché non finisce la guerra, non mi lavo più», e non gli si sprofonda la terra davanti.
Mangiano cibi non sigillati nel cellophane, raccolgono uova di gallina dai nidi e le bevono!
Colgono frutti dagli alberi, e li mangiano –senza nemmeno lavarli-.
E poi si toccano, l’un l’altro. Si abbracciano. Si baciano.
Si stringono le mani.
Voi, da quanto tempo è che non vi “date la mano” con qualcuno? Non in senso metaforico (figuriamoci...), ma in senso fisico. “Gli italiani si salutano dandosi la mano.”: da quanto tempo non è più vero?
Nella nostra attuale società tutto è lavato, sterilizzato, de-idratato, de-fibrillato, surgelato e batteriologiamente testato.
La peggiore delle cose che si possa commettere è toccare qualcosa o qualcuno. Guai a lasciare “impronte corporali”.
Altrettanto ovviamente, mai come oggi sono diffusi fra tutti le allergie e le reazioni da rigetto.
Sia perchè ci laviamo e ci sterilizziamo troppo, sia perchè quello con cui veniamo in contatto (aria, cibi, prodotti) è sì sterilizzato, ma nocivo per costruzione e costituzione. Ossa macinate, grassi di balena e palma, molecole di sintesi, diossine varie, antibiotici e ormoni, OGM ed altre schifezze chimico-biologiche d’ogni genere.

La vita è un miracolo


Quindi, vi sconsiglio fortemente dal guardarvi La vita è un miracolo. Perchè Kusturica mette in scena l’esatto opposto del nostro mondo omogeneizzato e sfibrato: nel suo film tutto è selvaggio, selvatico, spontaneo e allo stato naturale.
Dunque sporco, puzzolente, rumoroso e per niente igienico.
Interpreti principali: in ingegnere ferroviario serbo (Slavko Stimac), una mussulmana bosniaca in calore (Natasa Solak), un’asina con tendenze suicide, un cane e un gatto, un cavallo bianco pezzato, un postino, due orsi, oche e galline, aquile ed altri rapaci, mafiosi e prostitute, soldataglia, bande musicali e suonatori sparsi, boschi, paesaggi innevati, paesini, vecchietti stanchi ma arzilli, cecchini appostati, la Drina ed i suoi affluenti, un cembalistas magiaro con i baffetti da sparviero, una cantante lirica in disfacimento, un selezionatore del Partizan Belgrado, gente varia.

Non sono affatto sicuro che, anche solo attraverso le immagini, tutta questa selvatichezza e pericolosità non vi si possa trasferire, contagiare, imbrattare.
Non lo andate a vedere, questo film.
Fumano (orrore!), bevono birra ed alcolici vari (doppio orrore!), fòrnicano (triplo orrore, e fra gente poco lavata, e in letti dove salgono cani, gatti, e forse pure orsi e cavalli!).
Si divertono, ridono (orrore!). Comunicano (schifo!). Si aiutano e si ostacolano, si amano e si odiano. Lavorano poco o niente (orrore!) Si strusciano, si toccano, ballano, lottano. E sono allegri e sporchi. Vivono.

La vita è un miracolo


Fanno anche altro, tipo scannarsi con tutte le possibili armi da fuoco e praticare ogni genere di contrabbando e commercio.
Ma quello non è un problema. In un qualsiasi pomeriggio della TV dei ragazzi ce n’è di più e molto più perverso. In realtà, nel film di Kusturica tutto sulla guerra civile fra serbi e bosniaci, non c’è nemmeno una Erica che ammazzi la madre a coltellate, una setta di satanisti che uccida le suore per passatempo, un lancio di pietre dall’autostrada, uno sculettamento di veline, un serial killer della Bassa padana.
Ciò non toglie che molti, e giustamente, abbiano criticato il regista che mescola un po’ troppo le colpe dei militari e dei nazionalisti –che le guerre le creano e le alimentano-, con i patimenti dei civili, -che le guerre le subiscono, con i bombardamenti e i rapimenti-.
E ciò non toglie che, se è vero che la vita è un miracolo, chi si ostina e fa di tutto perchè il miracolo cessi, non è solo uno un pochino agnostico...

Soprattutto, guardando il film dal nostro igienico occidente, e ripensando allo stupendo neorealismo del dopoguerra italiano, ho pensato: «Il film è meraviglioso. Kusturica è un grande. Ma se per ottenere un cinema del genere mi dovessi sopportare una guerra civile e tutte queste rovine, beh allora mi tengo Boldi e Vanzina e ne sono fiero...».

giudizio: * * * *

P.S.: Avete notato che il gruppo che esegue le musiche del film si chiama “orchestra Vietato Fumare”?


La bella Sebaha
Natasa Solak
La vita è un miracolo...



(Venerdì 11 Marzo 2005)


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