 Il genio pittorico di Canaletto in mostra a Roma Canaletto, il trionfo della veduta
di red. Roma - Dal 12 marzo si può ammirare nella capitale la mostra Canaletto. Il trionfo della veduta, un’iniziativa del Senato della Repubblica, realizzata in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione di Venezia. La mostra si avvale, inoltre, del sostegno della Regione Veneto, Fondazione Cariplo, Banca Nazionale del Lavoro, Fondazione Italiana Accenture, Poste Italiane, Vodafone Italia e del contributo tecnico di Alitalia, Assicurazioni Generali, Daikin Air Conditioning Italy.
Antonio Canal detto Canaletto (1697-1768) rappresenta un caso eccezionale nella cultura figurativa del Settecento: non inventa il genere della veduta, ma lo ricrea, superando gli esempi dell’olandese Gaspar van Wittel e del friulano Luca Carlevarijs. Il suo genio pittorico profondamente radicato nella tradizione veneziana eleva il vedutismo a una corrente di gusto rappresentativa dell’illuminismo europeo, rivale e concorrente di successo della pittura di storia e di figura che, fino al suo arrivo, domina il panorama pittorico italiano.
L’idea della mostra – un’accurata scelta delle opere più significative, una quarantina di dipinti e altrettanti disegni, qualche album di stampe e di disegni - è quella di presentare e approfondire gli aspetti più interessanti dello svolgimento dello stile e del gusto di Canaletto, come del collezionismo delle opere dell’artista, nel periodo centrale della sua attività, con una particolare attenzione al rapporto con Roma. Questa fase della carriera dell'artista genera gli allievi e seguaci più importanti per la storia del vedutismo, Michele Marieschi, Bernardo Bellotto e Francesco Guardi, che sono presentati alla mostra con opere rappresentative al tempo stesso della loro vicinanza a Canaletto e di una personale capacità di interpretazione. Un accento speciale è posto sui disegni, studiati per la loro funzione espressiva, per il ruolo nei processi creativi dell’artista e come testimonianza della partecipazione dell’atelier.
Il generoso consenso di collezioni pubbliche e private europee, americane e australiane – come le Collezioni Reali inglesi, la National Gallery di Londra e quella di Washington, il Metropolitan Museum di New York e la National Gallery of Victoria di Melbourne – permette di riunire e di confrontare molte opere mai esposte in Italia; particolarmente interessante in questo contesto la partecipazione delle opere conservate in Italia, come quelle concesse dal Castello Sforzesco di Milano e da alcune importanti collezioni private.
Il progetto scientifico è stato affidato, quasi due anni fa, ai massimi specialisti del vedutismo veneziano del Settecento, il professor Alessandro Bettagno e la dottoressa Bozena Anna Kowalczyk. La sopravvenuta malattia del professor Bettagno e la sua scomparsa, avvenuta lo scorso ottobre, ne hanno interrotto l'entusiastico impegno. La realizzazione del progetto è stata quindi proseguita da Bozena Anna Kowalczyk e per volere del Presidente del Senato la mostra è dedicata alla memoria di Alessandro Bettagno, decano degli studi su Canaletto, nobile figura di studioso e promotore di iniziative di alto valore scientifico.
Roma, Palazzo Giustiniani via dei Giustiniani, 11 12 marzo - 19 giugno 2005
(Martedì 1 Marzo 2005)
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