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Il grande attore trasformato in uno squalo mafioso

Robert De Niro

La sua voce -e le sembianze- nel cartone Shark Tale


di Oriana Maerini


Venezia - Fascino da vendere e carattere di ferro. Robert De Niro, l’attore mito, il mostro sacro di una generazione cresciuta con Mean Streets, Taxi Driver e C’era una volta l’America, non ha esitato a rinunciare al ritiro della cittadinanza onoraria, che il nostro governo gli ha concesso, per evitare strumentalizzazioni politiche. Le polemiche erano iniziate da un lettera di protesta inviata dall'Order Sons of Italy in America (la più antica e potente organizzazione di italoamericani) a Berlusconi dove si accusava il divo di aver danneggiato la reputazione degli italo americani con i suoi ruoli mafiosi.
Ultimo dei quali lo squalo Don Lino. Robert De Niro ha, infatti, nel film Shark Tale, (presentato al Festival di Venezia) dato la voce e le sembianze (Don Lino ha perfino il neo di De Niro sul muso) al pesce boss, stile Tony Soprano, che regna sovrano nell’oceano.
Nonostante i bisnonni siano immigrati in America da Terrazzano, in provincia di Campobasso, De Niro non parla che poche parole di italiano. Ha, però, uno stretto legame artistico con l’Italia.
Non solo perché dice di aver ereditato dal padre, che era un pittore, il gusto, tutto italiano, per l’estetica della bellezza ma anche perché ha lavorato con grandi registi italiani (Bernardo Bertolucci e Sergio Leone) e si è formato seguendo i canoni del nostro neorealismo. Inoltre ama talmente l’Italia e non perde occasione per tornare nel nostro Paese.
Dopo l’arrivo a Venezia per la presentazione del film è tornato a Milano per suggellare un gemellaggio fra questa città ed il Tribeca Film Festival, la rassegna cinematografica da lui inventata per risollevare le sorti del quartiere dove vive dopo la tragedia l’11 settembre.
Poi, nuovamente in Italia, a Roma, per inaugurare la mostra di pittura di suo padre al museo Andersen.
Oggi con 63 film alle spalle, un oscar come miglior attore per Toro Scatenato, proprietario di molti ristoranti e fondatore di un festival, il grande Bob vuole soprattutto divertirsi. Fa il verso a se stesso nei panni di un cartone animato e si diverte un mondo nella commedia Ti presento i miei 2 dove ha come consuoceri Dustin Hoffman e Barbara Streisand.

Come ha vissuto le polemiche delle associazioni italo-americane in merito all’immagine mafiosa del suo squalo ?

Sono sciocchezze da non prendere in considerazione. Questa gente non ha nemmeno visto il film che è passato in anteprima solo a Venezia. Ma quale mafia! Shark Tale regala metafore morali e parole di pace e tolleranza verso i pesci più deboli.

Ma il suo pesce non somiglia un po’ troppo a Vito Corleone?

Macchè. Don Lino è un pesce come tanti: pensa solo ai soldi anche se fa il verso a “Il Padrino”. Shark Tale non è affatto una pellicola anti italiana. Mi piace il cinema che mette al centro le persone.
Qui è rappresentata un’umanità diversa e complessa attraverso la rappresentazione di una comunità di pesci di tutte le razze.

Perché ha accettato di dare la voce a questo cartoon?

Sono rimasto affascinato dalla sceneggiatura e sono rimasto “folgorato” dal personaggio dello squalo-boss. Ho immediatamente pensato ai miei figli ed ho capito che potevo riuscire a divertirli con questo film.

Si è divertito da dare ordini al pesce Sykes che interpreta Martin Scorsese?

Avevo già recitato con Martin in una scena di Taxi Driver, ma senza guardarlo. Ora, finalmente, ho avuto la possibilità di confrontarmi con lui faccia a faccia ed è stata un’esperienza straordinaria.

Che effetto le ha fatto ritornare a Venezia?

Mi ha reso felice rivedere l’Excelsior, dove ho girato “C’era una volta in America” di Sergio Leone. Mi è tornata in mente la melodia di “Amatola” nella celebre sequenza del ballo” e mi sono commosso.

Che legame ha con l’Italia

Ho un grande legame affettivo con l’Italia. E’ il paese di mio padre. Lui era un artista, un pittore e la sua personalità mi ha influenzato. Io sono italiano ma ho anche sangue olandese, irlandese e tedesco. Però mi sento figlio del vostro Paese e amo ricordare mio padre che, oltre al cognome, mi ha regalato anche il gusto per la vita e per l’arte.


Un nuovo capolavoro della DreamWorks
Shark tale
Gli squali "mafiosi"



(Mercoledì 23 Febbraio 2005)


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