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Conoscenze carnali...

Closer

La delusione di Mike Nichols


di Piero Nussio


Closer


Per chi è cresciuto a Simon e Garfunkel, per chi si continua a ri-sognare Il laureato (la scena della piscina, “la plastica”, lo spazzolino da denti, Mrs Robinson, la corsa fuori dalla chiesa, ecc.), per chi basa tutte le proprie conoscenze sul sesso a partire da Conoscenza carnale, Closer è un’atroce delusione.
Stiamo parlando di Mike Nichols, regista mito del cinema americano degli anni ’60 e successivi. Bastano: Chi ha paura di Virginia Woolf?, Il laureato, Comma 22, Conoscenza carnale?
E anche Silkwood, molto più in qua negli anni, non era male.
In Closer, vista la trama, uno si poteva tranquillamente aspettare un bel “Conoscenza carnale – Trent’anni dopo”. Bravi, trovatemi Jack Nicholson e Art Garfunkel tra i due bellocci scipiti Jude Law e Clive Owen. Candice Bergen, casomai, può fare il paio con Julia Roberts (evidentemente, a Nichols piacciono le mascelle quadrate e i tratti mascolini...).
Trovatemi, soprattutto, le idee caustiche di Jules Feiffer (disegnatore di fumetti e, per l’occasione, sceneggiatore di Conoscenza carnale) nella commediola sciocca di Patrick Marber da cui è tratto Closer.
Proprio questo è il punto: all’epoca di Conoscenza carnale (1971) il mondo stava scoppiando, la generazione del ’68 (quelli di: Fragole e sangue, Easy Rider, L’impossibilità di essere normale) si stava conquistando la sua fetta di mondo, le idee erano tante e tutte nuove, il sesso diventava libero, era “vietato vietare”. E ci scappava qualche parolaccia.
Oggi, all’epoca di Closer (fine 2004), il mondo sta implodendo fra guerricciole e terrorismi, la generazione del terzo millennio (quelli dei film dei Vanzina, horror vari, Il mistero dei Templari) passa di revival in revival, le idee sono tutte vecchie –però sponsorizzate-, il sesso è divenuto uno sport ed un incubo, si vieta tutto –pure il fumo del tabacco- ma ci si stordisce tutte le sere con alcool e scoop. E ci scappa di nuovo qualche parolaccia.
Ecco, se c'è una costante, sono le parolacce.
In effetti, qualcosa di Conoscenza carnale c’è rimasta in Closer: il linguaggio brutale, che nel primo caso significava infrangere i vecchi tabù del perbenismo, nel secondo caso diventa compiacimento, gossip, perfidia, vendetta, e chi peggio ne ha più ne metta.
Perchè, allo sguardo di Mike Nichols più da vicino (closer), qualunque relazione sentimentale diventa una storiaccia di sesso –parlata, mai mostrata-. Le persone si prendono e lasciano per il ghiribizzo di un secondo. Tutti, nel dubbio, si accoppiano e però non ci provano gusto. Tutti tradiscono, e poi se lo raccontano, ma solo dopo un anno di sotterfugi. E quando si dicono “ti amo”, intendono dire “facciamo tristemente sesso, così avrò qualcosa da dire al prossimo partner”.
Ovviamente nessuno lavora, nessuno si preoccupa dei problemi del mondo, nessuno va nemmeno al cinema, nessun amico, nessun sentimento, niente di niente.
Beh, può anche essere che Nichols alla fine abbia ragione, che il mondo visto più da vicino sia proprio così. Ma io non avevo alcuna intenzione di pagare pure un biglietto del cinema, per farmelo dire in maniera così trita e noiosa. Almeno Beautiful è gratis...

Closer


Pino Moroni ne parla bene?
La verità cruda sulla vita sentimentale e sessuale
Closer
Gli alieni moderni del vecchietto Nichols
C’è voluto un regista di settantanni per dire la verità cruda sulla vita sentimentale e sessuale delle generazioni di mezzo (tra i 20 e i 40 anni).


La protagonista
La mascelluta
Julia Roberts
Julie Fiona Roberts, classe 1967



(Lunedì 10 Gennaio 2005)


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