 Umbria Jazz Winter L'anno dei pianisti Grandissimi pianisti in "gara" ad Orvieto
di Roberto Leggio 
il geniale pianista Brad Mehldau Orvieto - E’ dedicata ai pianisti la dodicesima edizione di Umbria Jazz Winter. Una scelta oculata che ha permesso a Carlo Pagnotta (patron e ormai eminenza grigia di tutto quello che è jazz in Umbria) di far misurare i migliori talenti pianistici in una sorta di sfida all’ultima nota. In questa gara (non competitiva) il vincitore è naturalmente Brad Mehldau, da sempre considerato degno erede di Chopin. Certamente il paragone è impossibile ma per quanto riguarda virtuosismi ed inventiva Brad è davvero imbattibile. Ma forse l’unico che poteva (potrebbe) contendergli la palma è Bill Charlap, che proprio quest’anno si è guadagnato un Grammy Award (che è più o meno l’Oscar della musica) per la sua inimitabile capacità artistica. La sua performance, nella serata di apertura al Teatro Marcinelli, è stata salutata da un caloroso successo, merito anche della presenza di Harry Allen, uno tra i migliori sassofonisti dell’area Blue Note. Comunque, a parte l’entusiasmo, ci sarà ancora da fare i conti con Cedar Walton che oltre al suo trio (David Williams e Lewis Nash) avrà come ospite il sax tenore di Francesco Cafiso, il fenomenale quindicenne siciliano, il quale certamente lascerà tutti a bocca aperta cercando di onorare la leggenda che si è creata attorno al suo innaturale talento. Pianisti e sax ma non solo. Umbria Jazz Winter 12, lascia spazio ad altri grandi eventi. Uno dei più attesi è l’incontro di trombonisti come Ray Anderson, Wycliffe Gordon e Gianluca Putrella. Una disputa anche questa tutta da assaggiare magari davanti ad un buon bicchiere di vino rosso. Tutto da scoprire è invece il trio Fly, formato dal sassofonista Mark Turner (virtuoso di assolo estremi), il contabassista Larry Grenadier ed il bassista Jeff Ballard. E come piatto forte anche l’immancabile appuntamento con il concerto di Capodanno nella meravigliosa cornice del Duomo. Quest’anno il coro è quello deiJames Grear & Company. In poche parole una manifestazione che sembra essersi rinnovata dopo aver segnato il passo per due edizioni di fila per colpa di una crisi economica che ha rischiato di lasciarla senza fiato. Non cambiando la formula e conservando il proprio stile sperimentale, Umbria Jazz Winter ha fatto dei progressi anche in campo di popolarità (in molti negli ultimi due anni hanno lamentato la scelta di aver dato molto spazio al jazz italiano) e di qualità. Insomma, l’edizione attuale non lascia scanso ad equivoci: the jazz it’s here to stay…
(Giovedì 30 Dicembre 2004)
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