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 Bollywood Matrimoni e pregiudizi Il cinema indiano sbarca in occidente
di Piero Nussio 
Matrimoni e pregiudizi Ah, già, c’è anche l’India. Quando si parla di produzioni cinematografiche, ovviamente, la parte del leone la fanno gli Stati Uniti, poi c’è l’Europa (con l’Italietta buon ultima per qualità e quantità), poi l’Asia (Corea, Giappne, Cina, Hong Kong con Kim Ki-duk, Wong Kar Wai, Zhang Yimou, ecc.). Qualcuno pensa poi al Canada (Le invasioni barbariche, oppure i film di Atom Egoyan), molti più si ricordano dell’Australia (Mad Max, Ballroom, o Mel Gibson e Nicole Kidman). Quelli di Pesaro, e i cinefili più esperti si ricorderanno dei paesi del Sudamerica, di quelli d’Africa, della Nuova Zelanda (Once were warriors, oppure i film della Campion)... Gli esperti veri vi citeranno poi almeno quattro registi iraniani. Ma dell’India, è sicuro, non vi parlerà nessuno. Io mi ricordo di Mira Nair, autrice di Salaam Bombay nel 1988, di Missisipi Masala nel 1991 e di Monsoon Wedding nel 2001. Fine. Fine, se non fosse che gli inglesi - memori del loro passato coloniale, e soprattutto trovandosi a convivere a Londra con consistenti gruppi etnici angloindiani -, si sono messi a produrre film in condominio.

Matrimoni e pregiudizi: Aishwarya Ray e Martin Henderson Così, versante pakistano, nel 1999 arriva al successo East Is East. Versante indiano, il 2002 è l'anno che fa conoscere a tutti gli europei la ragazzina che, a dispetto delle tradizioni, vuole a tutti i costi giocare a calcio in Bend It Like Beckham (Sognando Beckam). Gurinder Chadha, la regista di quest’ultimo film, capisce che dietro a questi inaspettati successi c’è una gran voglia del mondo occidentale di vedere qualcosa di nuovo, e possibilmente di allegro.
Ed ecco pronta l’alchimia anglo-indiana: - mescolare un classico del romanticismo inglese (nel caso particolare: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen), sostituire la brughiera con il continente indiano, i castelli con il Tempio di Lahore; - sostituire Londra con il mondo, in modo tale che si possa capitare in un balzo dall’India a Hollywood – Los Angeles, California, passando ancora incidentalmente per Londra e mettendo i mulini a vento olandesi almeno in un sogno; - dare tutto lo spettacolo possibile: mariachi messicani, coro gospel, banda di ottoni indiana, complessi rock, gruppi di ballo oceanici, costumi d’ogni colore, canzoni e numeri musicali. Poi tutto il meglio dei depliant turistici del mondo: spiagge incontaminate a Goa ed in California (surfisti inclusi), ruote panoramiche e battelli sul Tamigi, cerimonie di nozze indù e cristiane, il Grand Canyon dall’elicottero insieme alle architetture di Los Angeles, famosi templi indù, monumenti occidentali, aerei, auto sportive d’ogni tipo, ecc.
Si aggiunga come protagonista Aishwarya Ray, Miss Mondo 1994 ed il belloccio emergente Martin Henderson. Ma, soprattutto, si aggiungano le bravure dei tecnici e degli attori che fanno il cinema Bollywood, con ritmo, capacità e professionalità.

Matrimoni e pregiudizi Perchè l’India, oggi, è il maggior produttore di film al mondo. Film che non vediamo, perchè si limitano al mercato interno e d’area limitrofa. Film legati alla cultura locale, con una serie di regole e caratteristiche molto particolari, che li rendono poco adatti al mercato occidentale. Ma comunque, la maggior produzione nazionale oggi al mondo. E volete quindi che non ci siano tecnici capaci, attori bravi, caratteristi simpatici?
L’alchimia anglo-indiana di Matrimoni e pregiudizi comincia dal titolo: il romanzo della Austen si chiama “Pride and prejudice” (Orgoglio e pregiudizio), il film si chiama “Bride and prejudice” (Sposa e pregiudizio): cambia solo una lettera, ma cambia tutto il senso. Così del romanzo: la trama è rispettata in tutto. Solo il nome Liza Bennet diventa Lalita Bakshi, ma è il minimo per farla indiana. La trama è totalmente rispettata, ma di un romanzo romantico inglese ne esce fuori una “puntata di Beautiful”. Il soggetto, peraltro, tratta di ricchezza e povertà, di matrimoni combinati rispetto ad unioni sentimentali, di conflitto fra il nord ed il sud del mondo, di paesi capitalistici e nazioni sottosviluppate, di luoghi naturali e di finti paradisi turistici, e così via con i temi seriosi. Ma guardate bene in faccia la bellissima Aishwarya Ray: ritenete che possa seriamente fare un discorso politico con quegli occhi verdi? E che qualcuno lo starebbe ad ascoltare?
Il film è un contenitore gioioso di musiche, balletti, scene romantiche e bellissimi tramonti. Ma non chiedetegli quello che non può darvi. Chiedetegli di farvi stare allegri due ore, chiedetevi di riempirvi gli occhi, di stupirvi ogni istante e di non avere mai una caduta di ritmo. Chiedetegli di appassionarvi. Chiedetegli canzoni orecchiabili, musica esotica ma cantata in inglese. Ah, non vi aspettate nemmeno un bacio, perchè il codice di Bollywood lo vieta strettamente, nei film.
Giudizio: ***

Matrimoni e pregiudizi
(Giovedì 23 Dicembre 2004)
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