.


Recensioni Festival Eventi Sipario Home video Ciak si gira Interviste CineGossip Gadget e bazar Archivio
lato sinistro centro

Home Archivio      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra


Teatro

Memorie di Adriano

Giorgio Albertazzi all'Argentina di Roma


di Pino Moroni


"Animula vagula blandula" le tre parole di un brano scritto da Adriano, l'imperatore romano vissuto nel secondo secolo dopo Cristo, recitate con voce roca da un ottantenne attore italiano, Giorgio Albertazzi, al teatro Argentina di Roma: un ricordo.

I taccuini di appunti di Marguerite Yourcenar sulla storia travagliata della sua creazione, un libro "autobiografico" di Adriano da cui Albertazzi ha tratto il monologo teatrale: un ricordo.
Un libro di 270 pagine intitolato "Memorie di Adriano": un ricordo.

Una materia difficile da mettere insieme per un piccolo articolo. Tre sole parole per tre ricordi: bravo, intriganti,travolgente.
Giorgio Albertazzi così vero come uomo di teatro, con i suoi toni, i suoi gesti, la sua umanità, la sua grandezza.

I taccuini come doloroso e laborioso lavoro di autore per raggiungere la compiutezza dell'opera.
Il romanzo, come apologia dell'intelligenza proiettata alla ricerca della bellezza.
Tutto questo è quanto di più elevato possa ricercare e trovare uno spettatore, un lettore.

Sul palcoscenico del teatro un Albertazzi imperatore di sessanta anni ha traversato la scena srotolando la vita di Adriano,
da bambino studioso di greco, a giovinetto temerario nella vita militare, da marito forzato ad amante perduto, da inqueto
Governatore in Siria a saggio imperatore in Roma, non dimenticando mai di interpretare l' "uomo", determinato ma fragile,
composto ma dubbioso, con i problemi degli uomini di ogni tempo.
Il passo leggero della semplicità, il fascino sospeso della regalità, l'essenzialità della coreografia e l'etereo plasticismo della danza, elementi essenziali insieme alla luminosità degli universali in questo grande spettacolo.

Uscite dal teatro, trovate una sala da tè e continuate a parlare degli argomenti e delle sensazioni da cui siete stati ispirati: non potrà farvi che bene, anzi meglio.



(Lunedì 6 Dicembre 2004)


Home Archivio      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra

lato destro