 61° festival di Venezia Nuova gestione, con sguardo sul passato
di Oriana Maerini Cambio di guardia e cambio di stile. Marco Müller, il nuovo direttore artistico del più importante festival cinematografico italiano, all’indomani della sua nomina da parte del Cda della Biennale dichiarava: “spero che sotto la mia direzione il festival diventi una rassegna agile, inventata in un clima di dialogo e confronto costanti con l'industria e la cultura del cinema, in Italia e fuori”. L’intento di cambiare rotta si è subito concretizzato in una nuova struttura di programmazione della manifestazione. Agilità significa per Muller che la Mostra è una selezione, non una programmazione è quindi non può presentare tutto lo spettro dell’esistente cinematografico. Il nuovo direttore (fortemente contestato dalla sinistra all’indomani dell’elezione) ha spiegato, quindi, le vele verso la scelta di usare precise gerarchie e priorità seguendo il motto: “alcuni film sono migliori di altri”. Ma il nuovo metodo si combina, tuttavia, con uno sguardo retrospettivo che vuole riproporre, dinamizzandole e attualizzandole, molte delle migliori soluzioni già attuate dalla Mostra di Venezia in passato, a partire dalle edizioni dirette da Carlo Lizzani agli inizi degli anni ’80, principalmente con la sezione Venezia Mezzanotte, riprendendo la formula che Enzo Ungari aveva inventato per la direzione Lizzani, e che poi Biraghi ripropose con successo. Tutto ciò risponde a un concetto strategico che conferma la Mostra come appuntamento mondiale di assoluto prestigio, esaltando l’importanza della tradizione della Mostra e la bellezza del sito, Venezia e il Lido, in cui è collocata. Altra novità è lo spostamento del gala finale dell'11 settembre alla Fenice. In questo modo Muller ha voluto restituire spazio al Palazzo del Cinema e al Lido di Venezia dove ci saranno due fine settimana cinematografici di programmazione vera. (negli anni scorsi in cui l'ultimo fine settimana era occupato dalla chiusura del Festival). Oltre alla sostanza l’ex produttore (Muller ha dovuto momentaneamente sospendere la sua attività per non cadere in un conflitto di interessi) ha rinnovato anche la forma. Il vecchio Palazzo del cinema ha, infatti, cambiato look grazie all’opera di due grandi maestri dell’immagine: Matteo Thun e Dante Ferretti.
Ma che spazio avrà in nostro cinema? Dopo le polemiche dello scorso anno per il mancato premio al film di Marco Bellocchio, Marco Müller ha voluto offrire uno spazio di piena autonomia agli autori italiani realizzando una sezione simile a quella che al Festival di Cannes è la "Quinzaine des réalisateurs". Per quanto riguarda i Leoni d’oro alla carriera, la scelta del nuovo direttore artistico è caduta su: Manoel de Oliveira e Stanley Donen con la seguente motivazione: “due grandi cineasti ancora in attività, che hanno lasciato un segno profondo nel cinema del XX secolo, contribuendo a ridefinirne la modernità”.
Ma veniamo ai film ed alla loro programmazione: quest’anno oltre 60 film formano il programma della Selezione ufficiale e sono inseriti nelle seguenti sessioni:
- il Concorso (20 film), dove i film d’autore incontreranno i migliori film mainstream (cinema commerciale-artistico), ma senza dimenticare l’attenzione al cinema giovane e del resto del mondo;
- le proiezioni Fuori Concorso (3/4 film), che consentano ai grandi registi del cinema mondiale di presentare le loro nuove opere nel quadro più prestigioso;
- la sezione parallela Venezia Orizzonti (16/17 film), dove potranno trovare spazio le nuove linee di tendenza del cinema internazionale;
- la sezione Venezia Mezzanotte (10 film), che proporrà film ad alta spettacolarità, con un occhio di riguardo per i titoli che possano portare alla Mostra il pubblico giovane;
- la nuova sezione Venezia Digitale (10 film), che consentirà di radiografare lo stato delle cose (lungometraggi girati e proiettati in digitale o da consumare subito su Dvd o in cassetta) di un vero e proprio “continente cinematografico”;
- la consueta vetrina Venezia Corto/Cortissimo (4 programmi di 100’ ciascuno).
A latere della mostra ufficiale, con funzione di “controcanto” al Concorso per rilevare nuovi autori giovani, c’è, anche quest’anno, la consueta vetrina allestita dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani che va sotto il nome di Settimana della Critica. Rassegna di 7 opere prime autonomamente elezionate da una commissione nominata dallo stesso SNCCI.
(Mercoledì 25 Agosto 2004)
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